Una terra crocevia di storia e cultura fin dai tempi antichi, ambasciatrice nel mondo delle migliori espressioni vinicole d’Italia: la Toscana.


Colline sinuose e pianure selvagge si intervallano estendendosi fino al Mar Tirreno in un contesto tipicamente mediterraneo caratterizzato da un clima soleggiato e ventilato che dona solarità e fragranza ai vini.

Agli autoctoni Sangiovese e Vermentino si affiancano i grandi rossi internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon, con vinificazioni in acciaio per apprezzarne appieno le tipicità o con piccoli passaggi in legno per levigarne l’espressione ed esaltarne l’eleganza.
Vini che raccontano un grande territorio e una cultura millenaria, fregiandosi di un nome, “Squarciasacchi” che a questo passato rende omaggio.


Rocca delle Macìe sorse nel 1973, quando Italo Zingarelli, il produttore cinematografico di “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola e della fortunatissima serie di film con la coppia Bud Spencer e Terence Hill (tra cui “Lo Chiamavano Trinità”) decise di coronare il sogno della sua vita acquistando la tenuta “Le Macìe” – 93 ettari di cui solo due coltivati a vigneto – per dare vita ad un’azienda vitivinicola nel cuore del Chianti Classico.

Nel 2003 una nuova proprietà integra Rocca delle Macìe con l’acquisto della Tenuta Casamaria, 64 ettari di terreno di cui 25 impiantati a vigneto. In questa tenuta sono stati impiantati i primi ettari di uve Vermentino che hanno dato vita al secondo vino prodotto in questa zona. Questa terra assolata mitigata dai venti provenienti dal mare ha dato e darà grandi risultati ad un’azienda che, come Rocca delle Macìe, si pone come obiettivo il miglioramento costante della qualità, nel rispetto del territorio dove insiste.

Oggi l’azienda dispone di circa 500 ettari, di cui oltre 200 coltivati a vigneto e 22 ad oliveto, suddivisi tra le sei tenute di proprietà: Le Macìe, Sant’Alfonso, Riserva di Fizzano e le Tavolelle nella zona del Chianti Classico, Campomaccione e Casamaria in Maremma nella zona del Morellino di Scansano.

Toscana


La viticoltura

In Toscana le origini della viticoltura risalgono al tempo degli Etruschi, anche se dei vini della zona si iniziò a scrivere diffusamente solo in epoca medioevale, quando il vino diventò prodotto essenziale per il commercio: risale al 1282 la fondazione della corporazione dell’Arte dei Vinattieri. Del vino Chianti si parlò per la prima volta nel 1300 quando fu fondata la “Lega del Chianti”, sotto la giurisdizione di Firenze e fu creato come emblema il celebre “Gallo nero”, ancora oggi simbolo dei vini del Chianti Classico.
La Malvasia era consigliata solo per i vini da consumare giovani. Il Trebbiano Toscano non rientrava dunque nella “ricetta” originale del Barone. Verso gli anni Sessanta del secolo scorso, alcuni produttori come il Marchese Incisa della Rocchetta decisero di dare impulso all’enologia toscana creando dei vini corposi prodotti con uve internazionali e maturati in barrique. Vista la particolare tecnica di vinificazione, la struttura (e il costo) di questi vini, vennero quasi subito soprannominati “Supertuscans“. All’epoca questi vini risultavano totalmente estranei all’enologia locale, per cui non trovarono collocazione in alcuna denominazione protetta e vennero classificati come “vini da tavola”.

I vitigni

In Toscana vengono coltivati soprattutto vitigni a bacca nera (circa l’85% della superficie vitata), tra i quali il Sangiovese (e le sue varianti), il Canaiolo nero e il Ciliegiolo. Il vitigno a bacca bianca più diffuso in Toscana è il Trebbiano Toscano, seguito dalla Malvasia Bianca Lunga, la Vernaccia di San Gimignano e l’Ansonica. Anche lo Chardonnay, con cui producono vini bianchi spesso maturati in Barrique, ha una buona diffusione. La notorietà dei Supertuscans ha introdotto in Toscana altri vitigni a bacca nera internazionali tra cui il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Pinot Nero e il Syrah. Anche per lo stesso Chianti si usano sempre più spesso, oltre al Sangiovese, il Cabernet Sauvignon e il Merlot.

Vitigno

Denominazione

Produzione

Superficie Vite


L'azienda Agricola “Campo al Pero” nasce nel 2006, sui dolci pendii di Bolgheri ed è il risultato di un lento, ma ponderato lavoro di ricerca, frutto della grande passione per il vino e per la terra toscana. In quest’area così pregiata e favorita dal clima sempre mite per la vicinanza del mar Ligure, nascono i primi 4 ettari di terreno splendidamente vitati già da alcuni anni. Campo al Pero si è pian piano ampliata fino ad arrivare agli odierni 12 ettari, interamente dedicati al DOC Bolgheri, facenti parte del Consorzio Bolgheri DOC.

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